

Percorso di gestione dei contenuti e delle informazioni
Ma di cosa stiamo parlando di preciso?
Il progetto ILIAS Cultura rappresenta per noi un esempio virtuoso di come un learning management system come ILIAS possa essere adattato e potenziato per rispondere a esigenze specifiche del mondo della cultura. Il progetto è nato in collaborazione con l’Università di Trento, e in particolare con il Design and Research Lab (DR Lab), guidato dal professor Renato Troncon.
L’idea di fondo era semplice, ma ambiziosa: costruire uno strumento che consentisse ai musei di utilizzare ILIAS non solo per la formazione interna, ma anche come piattaforma per la narrazione e la valorizzazione dei propri contenuti culturali. Fin da subito, il progetto ha previsto due linee di intervento: migliorare l’esperienza utente (UX) per la fruizione dei contenuti e semplificare la creazione degli stessi da parte del personale museale.
Un nuovo modo di vivere i contenuti: player video e H5P
Uno degli sviluppi principali ha riguardato il player video, che è stato completamente rivisto per offrire un’esperienza più intuitiva e accessibile. Questo nuovo player, arricchito con elementi interattivi realizzati tramite H5P, consente ai visitatori di interagire con video narrativi, percorsi guidati e contenuti multimediali in modo dinamico.
Creare contenuti senza conoscere ILIAS: il wizard
Il secondo elemento distintivo del progetto è stato lo sviluppo di un wizard, ovvero un assistente alla creazione dei contenuti, pensato per chi lavora nei musei ma non ha competenze tecniche specifiche. Attraverso un’interfaccia semplice, l’utente può scegliere cosa vuole realizzare — un percorso museale, un archivio digitale, una collezione tematica — e il sistema genera automaticamente le strutture adatte, complete di contenitori, oggetti e impostazioni predefinite. Non serve conoscere la logica interna di ILIAS: basta avere chiaro l’obiettivo.
Questo approccio "per obiettivi", piuttosto che "per oggetti", rappresenta una vera innovazione nell’uso dell’LMS in ambito culturale. L’idea è quella di mettere al centro le persone e le loro esigenze, e non la piattaforma.
Test sul campo con il Muse di Trento
Tra i musei individuati per la fase di test, siamo riusciti a collaborare attivamente con il Muse – Museo delle Scienze di Trento, una realtà particolarmente aperta all’innovazione. E’ stata realizzata una demo molto curata, che ha permesso di mostrare concretamente il potenziale del sistema. Purtroppo, altri musei inizialmente coinvolti non hanno potuto partecipare, principalmente per questioni di risorse e dimensioni, ma l’interesse dimostrato conferma la direzione giusta del progetto.
Approfondimento tecnico: architettura e componenti
Dal punto di vista tecnologico, ILIAS Cultura si basa su un’installazione personalizzata di ILIAS LMS, con l’integrazione di H5P come motore principale per la creazione di contenuti multimediali interattivi. Il player video è stato migliorato attraverso interventi diretti sul tema e sui plugin, con l’obiettivo di ottimizzare la UX sia lato utente finale che lato autore.
Il wizard è stato implementato come un modulo frontend che interagisce con le API di ILIAS per generare in modo automatico strutture di oggetti (categorie, pagine, repository, ecc.), già configurate secondo modelli predefiniti. L’interfaccia è sviluppata in JavaScript e si appoggia a un modale reattivo, che guida passo passo l’utente nella selezione del tipo di contenuto e nelle sue personalizzazioni principali.
Il sistema è progettato per essere riutilizzabile e scalabile, e può essere facilmente adattato ad altri contesti culturali o educativi che richiedano una gestione semplificata dei contenuti su ILIAS.

Un punto di partenza per il futuro
Il sistema è già pronto per essere replicato o esteso ad altre realtà museali, e potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per consolidare la presenza di OC nel mondo della cultura digitale. Per questo stiamo parlando anche con la Triennale di Milano.
ILIAS Cultura non è solo un progetto tecnico: è la dimostrazione che la tecnologia, quando viene pensata insieme a chi deve usarla, può davvero diventare uno strumento di accesso al patrimonio culturale.